Psicoterapia e laboratori in Via del Favarone

Sono iniziati gli incontri di psicoterapia con i beneficiari dei Progetti Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) e SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione). I laboratori si terranno ogni settimana e prevedono cromoterapia, musicoterapia, momenti di scambi, incontri individuali, dialoghi su varie problematiche e attività psicomotorie.

Questi preziosi momenti integrano le lezioni scolastiche e restituiscono svago e nuove consapevolezze ai beneficiari

La Campagna dei Diritti arriva al Centro Immigrati

Il Progetto In.Strada ha dato il via alla Campagna dei Diritti Umani per sensibilizzare giovani, adolescenti e adulti. Lo slogan è “Senza i diritti l’Umanità perde il suo volto”. Il totem, dopo essere stato allestito in tutte le scuole dei territori coinvolti (Perugia, Lago Trasimeno e Media Valle del Tevere), è arrivato al centro di prima accoglienza in Via del Favarone 24/i coinvolgendo i beneficiari dei progetti SAI (Sistema di accoglienza e integrazione) e CAS (Centro di accoglienza straordinaria). In tutto gli incontri sono stati 3 e gli argomenti trattati sono stati numerosi.

Per i richiedenti asilo e i rifugiati quali sono i diritti più importanti? Tra le risposte: la casa, la salute, la famiglia, il lavoro ed istruzione.

La Campagna è organizzata all’interno del Progetto In Strada realizzato   dalle Cooperative Sociali Polis, Nuova Dimensione e Perusia Onlus.

Un incontro formativo a Casa Padre Pio. Nonni, state attenti!

Il comandante dei carabinieri oggi è stato in visita alla casa di quartiere “Casa Padre Pio” per un incontro informativo di prevenzione furti. Un momento importante ed utile per i nostri nonni a cui è stato spiegato di stare attenti imparando a gestire determinate situazioni di rischio.

 

Al Castel del Piano i ragazzi in campo insieme ‘Oltre ogni limite’

Offrire ai ragazzi diversamente abili e normodotati, e alle rispettive famiglie, la possibilità di giocare tra loro e di vivere insieme momenti di condivisione e di felicità. E ancora, stimolare la cultura dell’inclusione e i valori dello sport, nella fattispecie del calcio, quale strumento di formazione e sviluppo psico‐fisico dei ragazzi. Questi gli obiettivi che l’Acd Castel del Piano 1966 si propone con il progetto di calcio integrato ‘Oltre ogni limite’ presentato alla comunità cittadina sabato 23 ottobre. La giornata, a cui ha partecipato anche la Cooperativa Sociale Perusia Onlus,  ha avuto come ospite d’onore Fabrizio Ravanelli che, oltre a raccontare le proprie esperienze sportive, si è anche intrattenuto a scambiare dei passaggi a pallone con i ragazzi che aderiscono al progetto. Presenti, inoltre, il presidente della società Francesco Pace e il direttore generale Mauro Cibotti, il presidente del Comitato regionale umbro della Figc Luigi Repace, gli assessori comunali Clara Pastorelli, allo sport, ed Edi Cicchi, alle politiche sociali, e don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano e Pila.

“Questa iniziativa vuole offrire un doppio insegnamento – ha commentato Pace –. C’è l’insegnamento di uno sport e delle sue tecniche a ragazzi con disabilità, coinvolgendoli così socialmente, ma c’è anche l’insegnamento ai ragazzi normodotati di cosa significa includere socialmente. Con questo progetto, che mi rende orgoglioso di rappresentare l’Acd Castel Del Piano 1966, puntiamo anche a dare anche un supporto e un sostegno alle famiglie di questi giovani”.

Giornata memorabile anche secondo Fabrizio Ravanelli che si è detto entusiasta di questa iniziativa.

“Dare la possibilità a ragazzi normodotati e con disabilità di giocare insieme – ha detto Ravanelli – è qualcosa di fantastico. Consente a loro tutti di vivere con normalità la loro passione e il loro sogno”.

“Il calcio è uno degli sport più amati dai ragazzi – ha ricordato Cibotti –. Anche dai ragazzi con disabilità che magari ambirebbero a fare attività sportiva ma rinunciano perché sulla carta sembra impossibile riuscirci. In realtà, tutto è alla loro portata laddove trovino un ambiente che li sappia accogliere, coinvolgere e quindi mettere a loro agio”.

“Ancora una volta – ha sottolineato Repace –, i nostri dirigenti dimostrano la loro sensibilità, non pensando solo ai risultati ma in primo luogo al sociale. Ci auguriamo che simili iniziative possano essere copiate da altre società. I nostri valori sono quelli dell’inclusione”.

“In questi ultimi anni – ha affermato Pastorelli –, tra le società sportive del Perugino è molto aumentata l’attenzione verso l’educazione e verso i valori che lo sport deve comunque trasmettere, al di la della competizione, tra cui in primo luogo l’inclusione. Progetti come ‘Oltre ogni limite’ stanno molto migliorando l’ambiente calcistico dilettantistico giovanile nel nostro territorio”.

“Questo – ha detto Cicchi – sarà un bel percorso di crescita per i ragazzi che consentirà a tutti loro di mettere a frutto le diverse capacità di ciascuno, integrandole. Qui nessuno è escluso e ci si confronta in un gioco di squadra in cui tutti sono coinvolti”.

Il progetto del Castel del Piano si rivolge quindi a tutte le famiglie ed è aperto a tutti i ragazzi con disabilità che vogliono provare questa esperienza.

Dal sito: http://www.sportperugia.it/

Raccolta delle olive 2021

Come ogni anni abbiamo rispettato la tradizione raccogliendo le olive e portandole ai frantoi di fiducia, per poi degustare tutti insieme l’olio nuovo. Sia con i nonni della Casa di quartiere Casa Padre Pio che con i beneficiari del progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) l’esperienza è stata meravigliosa.

La Cooperativa Sociale Perusia Onlus alla Marcia per la pace

Il 10 ottobre 2021, a sessant’anni dalla prima Marcia per la pace Perugia-Assisi ideata dal filosofo perugino della nonviolenza Aldo Capitini, la Cooperativa Sociale Perusia Onlus ha partecipato.

Operatori ed ospiti sono stati presenti, si sono messi appunto in marcia, per la pace, per i diritti umani e per la fratellanza dei popoli.

La Cooperativa Perusia dal 1994 si occupa di sociale e da sempre ha come obiettivo principale il “prendersi cura” delle persone fragili (immigrati, anziani, persone con disabilità, persone con AIDS e patologie correlate).

La partecipazione alla Marcia per la pace rinnova il nostro spirito e ci ricorda gli obiettivi della nostra mission. E da domani continueremo a costruire un mondo migliore…

Visita didattica all’Isola Maggiore

Il 27 settembre 2021, operatori e ospiti del Progetto SAI del Comune di Perugia e del Progetto CAS della Prefettura (gestiti dalla Cooperativa Sociale Perusia Onlus) sono stati al Trasimeno.

Durante la visita didattica all’Isola Maggiore abbiamo visitato il Castello, la Chiesa del 1200, il Cimitero, le spiagge. L’occasione è stata interessante per comunicare di più con i beneficiari, ascoltare le loro opinioni, comprendere e approfondire insieme l’importanza del rispetto della natura e degli ecosistemi.

Si dà il via ufficiale alla Campagna dei diritti umani del Progetto In Strada

È pronto! Il nostro totem sagomato dedicato alla campagna dei diritti, che presto sarà collocato in diversi Istituti Superiori del Perugino, della Media Valle del Tevere e del Lago Trasimeno.
Il totem è munito di una tasca con un piccolo opuscolo informativo e di una urna per raccogliere idee e riflessioni.
La Campagna dei diritti umani è promossa dal Progetto In Strada insieme alla Cooperativa Sociale Polis (capofila del progetto), Nuova Dimensione e Cooperativa Sociale Perusia Onlus.

Iniziano percorsi di trekking urbano

Sono iniziate nuovamente le esperienze del trekking urbano con i beneficiari del progetto SAI (Sistema Integrazione e Accoglienza) del Comune di Perugia e del progetto CAS della Prefettura, gestiti dalla Cooperativa Sociale Perusia Onlus.

Saranno vari i percorsi da effettuare e diverse le edizioni.

L’obiettivo è conoscere la città che ci ospita e scoprirne le bellezze culturali e architettoniche.

IL DRAMMA DEL POPOLO AFGANO RACCONTATO ATTRAVERSO TESTIMONIANZE DIRETTE

PERUGIA – Quello che sta accadendo in Afghanistan non può e non deve lasciarci indifferenti. In Umbria sono attualmente registrati oltre 235 afghani. In Italia sono circa 11.121.

Arrivano notizie agghiaccianti, violente, frammentate. Come le percepiscono le persone che vivono qui? Quali sono le paure, le preoccupazioni e le speranze?

Chi scrive lavora per un progetto Sai del Comune di Perugia, per la Cooperativa Sociale Perusia Onlus, insegna l’italiano L2 a beneficiari provenienti da varie nazioni tra cui: Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Mali, Bangladesh, Costa D’Avorio. Gli sbarchi, dopo una tregua registrata tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, stanno aumentando. A breve arriveranno nelle nostre città e sulle nostre coste tantissimi afghani. Vivere a contatto con giovani adulti stranieri è un privilegio e offre l’opportunità di capire emozioni ed esperienze di vita che per noi spesso sono inimmaginabili.

In classe si parla spesso di attualità e da giorni affrontiamo insieme i fatti di cronaca che si stanno verificando. In Afghanistan si sono infrante le speranze di ritornare a una vita normale. Solo pochi anni fa riaprivano i negozi di fotografi, i cinema, si sentiva suonare la musica per strada a Kabul, dopo che per anni i talebani l’avevano proibito, si poteva tornare a sorridere per le strade, perché anche quello era vietato. Si viveva in un incubo medievale che purtroppo, negli ultimi giorni è ritornato con estrema violenza. Si è tornati a rivivere condizioni atroci di proibizionismo. E chi ne sta pagando le conseguenze?

Prima di tutto le donne. E in una società che mortifica le donne, tutto crolla. Lo vediamo dalle immagini mostruose che ci arrivano da una Kabul dove sono tornati i talebani, in un incubo che forse peggiore di quello di 20 anni fa, sono cominciati i rastrellamenti in giro per le case alla ricerca di chi ha collaborato con gli alleati che per 20 anni hanno provato a riportare la democrazia.

Ecco la voce di tre ragazzi, che per questioni di rispetto e privacy non saranno chiamati per nome, ma solo con le iniziali.

F: “Sono pieno di rabbia e tristezza. Ho saputo che i talebani hanno fatto irruzione a casa mia, hanno preso tutto, so che mia madre è riuscita a scappare insieme al mio fratellino. Adesso non ho idea di dove possano essere. Le comunicazioni sono interrotte. Nei giorni scorsi sono riuscito a parlare con uno zio, è lui che mi ha detto che mia madre è salva. Il silenzio, dopo quell’ultima chiamata, però, mi sta lacerando”.

W: “Mi sento impotente. Ho l’istinto di tornare nel mio Paese, ma so che non posso. Mi ucciderebbero subito. Vorrei andare ad aiutare le persone in pericolo, le donne, i bambini. Ogni tanto mi arrivano video e fotografie sul cellulare. Non riconosco più la mia terra, non riconosco le strade, non riconosco i paesaggi. Vedo solo cattiveria, sangue, dolore. Allargo le immagini sul cellulare nella speranza di vedere volti amici, persone che conosco. L’unica preghiera è che possano salvarsi. Non è stato facile per me venire in Italia, ed ora non è facile vedere quello che sta succedendo. Non si può accettare”.

H: “La distanza amplifica il dolore. Sono preoccupato per il mio Paese, sono preoccupato per mia madre, le mie sorelle e i miei fratelli. Non meritiamo la brutalità dei talebani. Sono stati veloci ad invadere Kabul, adesso stanno andando pure nelle altre città, nei villaggi, nelle periferie. Io vengo da una cittadina in cui c’è sempre stata tensione, ma adesso è tutto peggiorato. So che il mio popolo è forte, io qui, adesso, in Italia, mi sento debole”.

Queste tre testimonianze accendono i riflettori sull’interiorità di ogni afghano in Italia, in Umbria. Sui social girano immagini di donne coraggiose che per strada protestano con cartelli, che dipingono murales, che vogliono pacificamente combattere la violenza. Nella fotogallery e nel video, dopo il filmato shock di un’esecuzione, seguono le opere d’arte di Ommolbahni Hassani detta Shamsia (1988 /…): graffiatrice afgana e professoressa di scultura all’Università di Kabul. Popularizza la street art per le strade di Kabul. Non si hanno notizie di lei in questi giorni, la speranza è che non si trovi più a Kabul. Hassani dipinge graffiti per sensibilizzare il pubblico sugli anni di guerra. Come lei molte donne e molti uomini stanno provando a resistere. Oggi, l’obiettivo, è dare voce a chi non ne ha, sperando in prese di posizioni politiche risolutive. Non possiamo rimanere indifferenti e nel nostro piccolo possiamo accogliere, tentare di capire, ascoltare.

Floriana Lenti

 

Fonte: VivoUmbria